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17 07 2013 | Rimini | Ca’Baldacci, la verità dei residenti sul biodigestore

Mercoledì, 17 Luglio 2013

tortora-chiaroRimini | Ca’Baldacci, la verità dei residenti sul biodigestore

 

Sono stati buoni, hanno aspettato di vedere questa mattina cosa sarebbe spuntato in edicola e oggi dicono la loro. I residenti di San Martino in Venti e giù di lì, riuniti nel comitato Rimini Uptown contro il biodigestore di Ca’Baldacci, hanno alcune osservazioni da fare rispetto alle immagini bucoliche dispensate ieri dai tecnici di Herambiente in visita con i giornalisti al discusso impianto cha ha superato la fase di collaudo e si appresta, tra autunno e inverno, a lavorare a pieno regime. “Forse è proprio questo il problema di Hera: crede di fare delle cose, ma poi gliene riescono delle altre! Riprendendo quello che ha detto Piraccini (Enrico, anaerobic digestion & composting manager presso Herambiente, ndr) nell'articolo sulle pesche e le mucche vorrei dire che magari l'impianto fosse una cosa bucolica come la descrive lui! Se ce lo avessero chiesto, cosa che non hanno mai fatto, glielo avremmo detto che preferivamo le mucche e le pesche!”, dice sdrammatizzando a nome del Comitato Elisabetta Garuti.

 
E poi giù, punto per punto, la verità di chi deve condividere la campagna riminese con quello che definisce ‘ecomostro’. “Prima di tutto le pesche non arrivano alle mucche su migliaia di camion all'anno che corrono su strade inadeguate disperdendo PM10 e perdendo materiale vario dai camion non ben chiusi. Secondo: le mucche non vengono ingozzate, come il biodigestore, di tonnellate di legna stoccata e triturata all'aperto con gran rumore di macchine in azione e puzze indecenti di materiale marciscente. Terzo: Pieraccini dimentica di dire che le 11 celle da lui descritte come camere sigillate, devono essere aperte ogni 20/21 giorni e lavate. Quarto: le mucche non sono impianti industriali e si integrerebbero molto di più con la nostra campagna rispetto all’orrenda costruzione della centrale di biogas che deturpa un’intera vallata ai piedi della più bella collina di Rimini. Quinto: le mucche non esplodono liberando fumi nocivi in atmosfera, come nell’incidente del 4 marzo e in tanti altri incidenti occorsi in veneto e in altre regioni”.


Insomma, tutta un’altra storia rispetto a quella raccontata ieri. “Che l’impianto sia migliorativo di quello precedente – sottolinea Garuti – dovrebbe essere detto da chi abita vicino all’impianto, cioè i residenti che, non si capisce perché, da mesi lamentano ogni sorta di disagio (rumore, traffico di mezzi pesanti, puzze e incognita sulla qualità dell’aria che respirano). Lamentele che negli anni precedenti (e dico anni, non l’anno precedente nel quale l’impianto era chiuso), non c’erano mai state in questa misura. Forse una o due segnalazioni all’anno come riportato nelle dichiarazioni ambientali di Hera. Da dicembre 2012 ad oggi ci sono state più di 150 segnalazioni. Se questo è miglioramento!”.


Rispetto al rapporto che l’azienda sta tenendo con i vicini di casa, i residenti si abbandonano a un racconto. “L’ultima volta che abbiamo visto di persona Piraccini è stato un giorno nel quale una delle pale che lavorano i rifiuti legno cellulosici è uscita in strada spandendo materiale putrescente e maleodorante ovunque. L’ingegner Piraccini è arrivato su una macchina con i finestrini chiusi e alla nostra richiesta di scendere a sentire la puzza che c’era, ha semplicemente detto “no” dopo avere aperto di due dita il finestrino. Beato lui che può richiudere il finestrino e andarsene. Noi purtroppo non lo possiamo fare. A noi tocca la sventura di respirare, odorare e sentire tutti i giorni i miglioramenti di Hera”.


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